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venerdì 3 agosto 2012

VISIONTRACK DEL ROMANZO - IL PIANETA PROIBITO

(pag 421)
«Hai mai visto un vecchio film di fantascienza intitolato Il pianeta proibito?»
«Quello dove c’e` un simpatico robot che si ubriaca?»
Monsignor Connubio annuisce. « In quel film si ipotizza la costruzione di una macchina in grado di soddisfare i desideri dell’uomo, che sfugge al controllo provocando la materializzazione dell’ID, un mostro impossibile da fermare e che distrugge tutto.»

Il pianeta proibito

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Il pianeta proibito è un classico del cinema di fantascienza del 1956, diretto da Fred McLeod Wilcox e prodotto dalla MGM, da cui fu tratto un romanzo omonimo scritto da W.J. Stuart e pubblicato nello stesso anno.
La trama è vagamente ispirata alla commedia teatrale La tempesta di Shakespeare.[1] Nella realizzazione della pellicola furono impiegati numerosi effetti speciali della Walt Disney Productions e della musica elettronica, per conferire il carattere alieno del contesto. Il film è ricordato anche per la presenza di un personaggio robotico, Robbie, riproposto in altre pellicole.

La storia sfrutta molteplici riferimenti letterari ed in particolare quello della commedia teatrale di William Shakespeare La tempesta.[1] Per quanto vi sia poca corrispondenza tra gli intrecci si possono tuttavia rilevare alcune similarità tra i personaggi, in particolare Prospero con il dottor Morbius, Miranda con Altaira, gli spiriti Ariel e Caliban con il robot Robby, un'attinenza assai più tenue tra i protagonisti Ferdinando ed il comandante Adams, e le macchiette Stefano e Trinculo con Cookie il cuoco. L'Entità assassina avrebbe attinenza con lo spirito che agisce su Prospero.
 
 La storia narrata nel film mette in luce risvolti arcaici e alcuni riferimenti alle antiche scritture; oltre a questo risalta, anche se in modo velato, una descrizione psicologica dell'umano nella più estesa forma possibile, anche dopo la morte. Il mostro che attanaglia l'astronave ha fome Leonine che ricordano, volutamente, "la bestia primordiale" che scacciata dal bene universale del mondo superiore, secondo alcuni testi antichi, regna e controlla il mondo materico (inferiore). La parte psicologica dimostra le reali possibilità della coscienza, la quale, se asservita da gelosia e invidia (il dottor Morbius non vuole concorrenti sul pianeta e rischia di vedersi portare via la figlia, innamoratasi del Capitano dell'astronave)utilizza e amplifica le proprie forze negative interiori per auto difesa, un meccanismo ben spiegato da La teoria dell'Orgone di Wilhelm Reich..

Il solitario, sconfitto e dubbioso Ego del dottor Morbius (aveva perso moglie e amici nell'atterraggio sul pianeta) è amplificato dal macchinario Krell, dove lo stesso macchinario è da intendersi quale coscienza universale a cui siamo tutti collegati, riconosciuta, anche se con altro termine (coscienza collettiva, ad esempio) da diversi psicologi.
L'originalità profonda e innovativa del regista è nel prospettare il fatto che l'uomo possa interagire con enormi forze negative e sconosciute e, partendo Egli da paure interne, da concezioni difensive ma alquanto negative riguardo il proprio territorio, le proprie conoscenze, nonché la sudditanza dei propri famigliari (la figlia), Egli quale uomo possa rafforzare sino all'autodistruzione psicofisica tutto quanto gli è di più caro, questo nell'intento vano di raggiungere una coscienza "superiore alla mediocrità" (vedi esperimenti suoi e dei militari dell'astronave).
Compiendo di conseguenza, in modo del tutto autonomo, scelte sconsiderate, lesionistiche amplificabili "quasi" all'infinito. Il quasi è d'obbligo dato che l'autodistruzione elimina sia il suo creatore sia, in una versione completata e finita, tutte le forze amplificanti che lo appoggiavano e vivevano insieme a Lui.
Si intravedono anche riferimenti al pensiero umano che ci dicono quanto esso possa essere fuorviato sino a trasformarsi in "succube compartecipe" di influenze esterne e teorie filosofiche o spirituali completamente errate. Questi riferimenti ultimi non sono comunque marcati e delineati esplicitamente come nel film Conan Il Barbaro, dove il Capo filosofico e guerriero della setta del Serpente conferma a Conan: "quanto è più forte la volontà umana del ferro di qualsiasi spada" e il fatto che poterla dirigere e dominare lo renda quasi un essere Supremo da seguire ciecamente.



 

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