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domenica 29 luglio 2012

GLI ITINERARI DEL ROMANZO: CENTRO TUTELA E RICERCA FAUNA ESOTICA E SELVATICA DI MONTE ADONE


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Quando ero tornato nel Pensatoio, la Masina stava smanettando al computer, mentre gli altri la osservavano in silenzio.
«Allora hai trovato qualcosa?» le avevo chiesto, cercando di nascondere la mia espressione da cane bastonato.
Lei aveva smesso di digitare, rivolgendomi un sorriso soddisfatto. «Esiste un unico posto che ospita una iena ridens in tutta la regione. Si tratta del ’Centro tutela e ricerca della fauna esotica e selvatica’ che si trova nel comune di Pianoro, al confine con Sasso Marconi.» Alzandosi dalla scrivania, aveva raggiunto la mappa provinciale appesa alla parete di fronte al Muro del pianto. Aveva puntato il dito indice facendolo scorrere fino a fermarsi nel punto interessato. «Ecco, dovrebbe trovarsi piu` o meno qua... Localita` Brento, Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico », aveva detto. «Alle falde del monte Adone!»



Il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di cui si parla in CONTINUUM, esiste veramente, proprio a Monte Adone, ed e` un posto bellissino, gestito da bellissima gente.
Lo scoprii qualche anno fa. Quando io e mio figlio, che allora aveva una decina di anni, trovammo nel campo sotto casa un leprotto abbandonato. Informandomi presso la protezione animali su cosa potevamo fare per aiutarlo, ci indicarono appunto il Centro Tutela. Subito ci recammo là, con il leprottino al seguito per affidarlo alle cure dei volontari del centro. Ricordo la sensazione, quando, una volta giunti sul posto, scendendo dall'auto per suonare al campanello, sentimmo risuonare nella vallata il ruggito di un leone. La responsabile del centro ci accolse con grande gentilezza e ci fece fare un piccolo tour dentro alla tenuta. E fu davvero incredibile. Avevano dei leoni e dei leopardi. Belve africane a Sasso Marconi! Una vera e propria magia. Mio figlio Samuele era estasiato e pure io. Così, a distanza di anni, mentre stavo scrivendo la prima stesura del romanzo, dovendo rendere plausibile il verso di una Iena all'interno della trama, mi ricordai dell'esperienza di allora e decisi di inserire il Centro. E adesso, con grande gioia, ho deciso di darne qualche notizia in questo mio blog. Un piccolo contributo per rendere nota la missione che viene portata avanti in questo luogo incredibile.

                         

http://www.bolognaplanet.it/fuoriportarticolo.asp?ID=13 

CENTRO TUTELA FAUNA SELVATICA MONTE ADONE

A pochi chilometri da Bologna esiste una realtà probabilmente unica nel nostro paese: il CENTRO TUTELA E RICERCA FAUNA ESOTICA E SELVATICA di Monte Adone, un centro di raccolta e ricovero per animali selvatici che negli anni si è trasformato in una di "fattoria" in cui convivono moltissime specie animali sia autoctone che esotiche! Immaginate leoni tigri e scimmie sui colli bolognesi...
Il Centro non ha fini di lucro e si appoggia solamente sulla passione dei proprietari ed al volontariato; non si tratta quindi di uno zoo o di un  parco faunistico ma di un attività messa a disposizione per il pubblico grazie alla disponibilità di persone che prestano il loro lavoro per semplice amore per gli animali, vittime spesso dell'egoismo di noi esseri umani.
Oltre all'attività principale di soccorso agli animali selvatici ed esotici in difficoltà il Centro organizza visite guidate al suo interno, un esperienza davvero unica!
Le visite, proposte da maggio a settembre/ottobre su appuntamento, durano circa tre ore in cui vengono non solo mostrati gli animali, ma anche illustrato la loro storia e caratteristiche da esperte guide volontarie.
Un consiglio: prenotate per tempo! Vista la grande richiesta a volte occorrono anche mesi di attesa.



LA STORIA DEL CENTRO
L'antropizzazione del nostro territorio unita ad un'insufficiente tutela amministrativa e ad una carente coscienza ambientale, hanno creato gravissimi scompensi all'ecosistema e alla biodiversità. Il continuo ritrovamento di animali in difficoltà, feriti, dispersi, abbandonati, ha determinato la necessità di creare un'unità di emergenza per la fauna autoctona dell'Appennino Tosco-Emiliano che provvedesse alla cura e al reinserimento degli stessi.
Nel 1989 nasce il Centro Recupero Fauna Selvatica per l'iniziativa di Rudi Berti, che poi lo dirigerà, della sua famiglia e di un piccolo gruppo di volontari. Si trattava di una iniziativa pionieristica, affidata quasi completamente alla forte volontà dei fondatori, ma concretamente sorretta dall'aumentare quotidiano delle richieste di intervento.

 

E' nel novembre dello stesso 1989 che, completamente fuori programma, inizia la storia del rapporto con la fauna esotica e della detenzione di animali pericolosi, un'attività molto più complessa e articolata, che vede attivato come primo in Italia, un centro per il recupero di animali originari di altri paesi, importati perlopiù illegalmente per lucro, divertimento, spettacolo e sfruttamento di vario genere.
Nel 1994 l'accordo tra la famiglia Berti e i volontari impegnati, permette di arrivare alla fondazione dell'Associazione CENTRO TUTELA E RICERCA FAUNA ESOTICA E SELVATICA - MONTE ADONE come punto di riferimento stabile per cittadini, Enti Pubblici, Forze di Polizia e Vigili del Fuoco, per l'intervento di emergenza in aiuto degli animali selvatici ed esotici in difficoltà e per l'eventuale loro ricovero.

 


Il Centro ha sede alle falde del Monte Adone in una tenuta agricola immersa nel verde dell'Oasi naturale del Contrafforte Pliocenico; dalla stessa sede parte il servizio di pronto intervento di emergenza che è attivo 24 ore su 24 per l'intervento diretto nel recupero e nel soccorso di animali feriti o in difficoltà.
Nel 1997 il Centro è stato autorizzato dal Ministero dell'Ambiente alla detenzione di fauna pericolosa. Nel 1998 ha stipulato una convenzione con il Comune di Bologna oltre che per la regolare attività di recupero della fauna, per il non meno importante ruolo socio - educativo che il Centro svolge a livello locale.

  

Negli ultimi anni sono stati raggiunti ulteriori importanti risultati: il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica ha ottenuto la personalità giuridica, l'iscrizione all'Albo del Volontariato per L'Emilia Romagna e quindi è un'associazione O.N.L.U.S.; ha stipulato una convenzione con il Ministero della Difesa per l'inserimento di obiettori di coscienza nell'attività del Centro; è stata meglio definito il rapporto con l'Università di Bologna, in particolare è stata stipulata una convenzione con la Facoltà di Psicologia e una con la Facoltà di Scienze della Formazione, per progetti di studio, tesi e tirocini, ed è stato definito un accordo di collaborazione con la Facoltà di Medicina Veterinaria.


GLI OSPITI
Il Centro ospita numerosi animali delle più svariate specie, tutti con una propria storia alle spalle spesso segnata da sofferenze e, purtroppo, dall'egoismo umano.
L'animale selvatico che ha conosciuto l'uomo e l'abbruttimento di una situazione di schiavitù o dipendenza perde, oltre alla propria dignità, anche la capacità di riadattarsi ad una vita in natura. Un danno irreparabile a cui non si può porre rimedio: ecco il motivo per cui molti animali diventano ospiti fissi del Centro.
Sono in particolare le specie esotiche a dover subire le maggiori conseguenze poiché per loro il reinserimento nel proprio habitat naturale è pressoché impossibile.
  




Animali autoctoni
Il Centro è operativo ogni giorno dell'anno, 24 ore su 24, intervenendo direttamente nel soccorso della fauna selvatica trovata ferita o in difficoltà:
- ungulati investiti o attaccati dai cani;
- rapaci feriti durante la stagione di caccia;
- animali avvelenati;
- piccoli di tutte le specie trovati abbandonati, ecc.
Come un vero "ospedale", il Centro si occupa ogni giorno di tutti questi animali. Ogni esemplare che entra al Centro possiede due schede personali: nella prima oltre alla specie, l'età, il peso e le condizioni generali all'arrivo, vengono riportate tutte le cure o gli interventi chirurgici eseguiti e le eventuali terapie necessarie; nella seconda, invece, viene indicata l'esatta dieta che l'animale deve seguire durante tutto il periodo di convalescenza e la persona che di giorno in giorno se ne occupa.

 


Molto spesso quando i piccoli di diverse specie vengono trovati, c'è l'incauto tentativo da parte delle persone che li raccolgono di allevarli tra le mura domestiche; già in diversi casi il Centro ha dovuto effettuare alcuni salvataggi "in extremis". Non va dimenticato infatti che ogni piccolo animale selvatico necessita di una specifica alimentazione e di specifiche cure; somministrando il latte "sbagliato" il cucciolo in pochi giorni si indebolisce e rischia di morire. Anche un animale ferito necessita chiaramente di specifiche ed immediate cure veterinarie; quindi ricorda:
QUANDO TROVI UN ANIMALE FERITO O UN PICCOLO ABBANDONATO RICORDA QUINDI DI CHIAMARE SEMPRE E AL PIU' PRESTO UN CENTRO SPECIALIZZATO ED EVITA DI IMPROVVISARTI SOCCORITORE, RISCHI DI CAUSARE DANNI IRREPARABILI!!


Animali esotici
Gli animali esotici ospitati giungono al Centro per le seguenti ragioni:
- abbandono;
- sequestro/confisca, da parte delle Autorità giudiziarie, per maltrattamento o commercio/detenzione illeciti.
La moda di detenere animali esotici è, nonostante le leggi emanate in materia, sempre più diffusa. Il commercio illegale di animali è, infatti, al terzo posto nelle graduatorie mondiali dopo armi e droga e muove interessi per milioni di euro ogni anno.


 



Purtroppo, gli animali esotici, a differenza degli autoctoni, nella maggioranza dei casi non possono essere reintrodotti in natura sia per la mancanza di adeguati centri di accoglienza nei luoghi di origine, sia per cause legate allo stretto legame che questi animali hanno avuto con l'uomo e che, in alcuni casi, li ha "snaturati" (deungulazione, tarpatura delle ali, ecc.).
Durante gli oltre dieci anni di attività, sono stati diversi gli animali esotici sequestrati affidati al Centro; dopo i lunghi risvolti giudiziari, molti di loro sono divenuti oggetto di confisca e quindi ci sono stati affidati in via definitiva.
Il Centro, che si propone quando possibile di essere un centro di accoglienza temporanea, è riuscito in più casi a ricollocare alcuni di questi animali all'interno di specifici progetti in centri e parchi europei ed extraeuropei.
  




VISITE GUIDATE
Già dal 1989, quando è nato il Centro di Monte Adone, i Responsabili ed i volontari si sono trovati d'accordo sul fatto che, proprio per gli scopi stessi che lo caratterizzano, il Centro, per essere distinto dai giardini zoologici e dai parchi faunistici, poteva essere visitato solo attraverso visite guidate.
Durante la visita vengono spiegate le ragioni che hanno condotto gli animali ospiti alla loro condizione attuale, vengono forniti utili informazioni sull'etologia e la biologia e vengono fornite inoltre indispensabili notizie sulla legislazione e sulle normative che regolano la detenzione ed il commercio animale.
Il Centro crede molto nelle visite guidate quale importante mezzo educativo - divulgativo, è per questo che solo i responsabili ed i volontari più esperti se ne occupano.
Per gruppi privati e famiglie è possibile visitare il Centro il sabato e la domenica pomeriggio nel periodo maggio/settembre e solo su prenotazione (la durata della visita è di circa 3 ore).
Per altri gruppi e scolaresche ci si può accordare direttamente, anche per giorni infrasettimanali.
Per informazioni e/o prenotazioni, telefonare (orari ufficio)  allo 051 847600 (Chiedere di Mirca o Elisa).
   



Progetto Scuola
Il Progetto Scuola si pone l'obiettivo di far conoscere agli alunni delle scuole e degli istituti di ogni ordine e grado, gli scopi dell'Associazione, di rapportare i bambini ed i ragazzi ad un corretto approccio verso la natura, il mondo animale e tutte le problematiche connesse e di diffondere la conoscenza della Convenzione di Washington.
Per la prima volta in Italia, infatti, il Centro ha introdotto la Convenzione di Washington quale parte integrante di un programma didattico volto ad una migliore conoscenza della fauna autoctona e non.
Prima della visita guidata al Centro, i nostri incaricati si recano nelle classi e, in accordo con gli insegnanti, tengono una "lezione" riguardante l'attività e le finalità del Centro. Con l'ausilio di materiale didattico/divulgativo, vengono inoltre forniti utili chiarimenti di scienze, biologia ed etologia riguardanti la fauna autoctona, esotica e domestica. Molto apprezzato è stato il lavoro svolto dai nostri volontari per la realizzazione di una dispensa didattica per gli alunni delle scuole materne ed elementari.
Il Progetto Scuola prevede inoltre la realizzazione di una struttura comprendente un'aula didattica, indispensabile per l'accoglienza delle scolaresche in visita al Centro.

sabato 28 luglio 2012

GLI ITINERARI DEL ROMANZO - LA BUIA

LA CASA MISTERIOSA DI CONTINUUM

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Si trattava di un vecchio edificio costruito in sassonero. Un tipo di manufatto insolito da quelle parti. Il tetto copriva il corpo centrale dell’edifico, mentre le due ali spingevano verso il bosco come a volersi confondere con la vegetazione. Falde laterali di altezze differenti davano alla struttura un che di asimmetrico.
Quella casa era decisamente strana. Forse la parola giusta per descriverla poteva essere «disarmonica». Ma, pensandoci bene, «squilibrata» era il termine che piu` le si addiceva, in tutti i sensi.
C’era un pesante portone, chiuso con assi inchiodate a forma di croce, così come per tutte le finestre. Soltanto quelle dell’ultimo piano non erano sbarrate. Erano senza scuri e sembravano avere persino i vetri intatti, forse il frutto di una qualche ristrutturazione recente.
In cima alla cuspide del tetto, di fianco alla croce, c’era una piccola campana, che al minimo accenno di vento faceva dong.
Io l’avevo gia` sentita, da casa. Un impercettibile rintocco stonato che risuonava lieve e lontano, soffocato piu` dal vento che dalla lontananza. Così a occhio e croce, in linea d’aria, quella casa abbandonata distava dalla mia magione non piu` di trecento metri...


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Veniva chiamata la Buia, e qualcuno la considerava una casa maledetta. Era stata costruita da una certa contessa Demetra Buia, una nobildonna bolognese sulla quale girava una strana leggenda. Si narrava che avesse avuto un incontro ravvicinato col  diavolo. Che lo avesse sfidato e che avesse pure vinto. Nel luogo esatto dove si diceva che il demonio fosse stato distrutto, si era formata una voragine con tanto di fonte sotterranea di acqua salata, attorno alla quale fu eretto l’edificio. Il materiale usato per la costruzione aveva la caratteristica di essere ignifugo, totalmente refrattario al calore, e si vociferava provenisse dal cielo. Qualcuno accampava l’ipotesi di un meteorite.
In realta` in natura esisteva quel tipo di roccia lì, si chiamava ofiolite, dal greco ophio, che significa serpente, e lithos che vuole dire roccia. Roccia di serpente.
Alla fine degli anni ’30, durante la dittatura fascista, la Buia era stata donata alla curia bolognese dagli eredi della contessa. Ed era stata adibita a convento per un ordine monastico non be- ne identificato: la confraternita degli Addolorati. Un giorno tutti i monaci furono trovati bruciati inspiegabilmente. Qualcuno avanzava l’ipotesi che il diavolo fosse tornato per compiere vendetta. E secondo le dicerie popolari i loro spettri ululanti continuavano ad aleggiare fra quelle mura color notte. Alla fine della guerra c’era stato il progetto di venderla per trasformala in una stazione termale ma la nomea di casa infestata non aveva giocato a favore per l’approvazione di un progetto del genere. Da allora la Buia era rimasta disabitata in mezzo al bosco. Talmente cupa da tenere lontano tutti.
Così sinistra e solitaria, quella casa poteva davvero essere il rifugio perfetto per i fantasmi...


LA COSA CASA
Uno degli archetipi del brivido: quella fredda carezza nel bel mezzo di tutto quello che ci è familiare, quel punto di pressione inaspettato che ci coglie quando entriamo in casa e ci chiudiamo e non ci sentiamo al sicuro anche se dovremmo, perché non abbiamo lasciato fuori i cattivi ma ci siamo chiusi dentro con loro. Non a caso esiste il buon romanzo horror dei brutti posti, una marea di storie sulle case infestate, sulle case maledette. In Continuum c'è questo edificio, dal nome emblematico: LA BUIA. Che diviene in qualche modo rifugio del bene e del male. 
Nel creare il tipo di edificio, e l'atmosfera giusta che doveva rendere questa mia piccola versione di  casa maledetta, mi sono liberamente ispirato a un luogo esistente, che sorge in provincia di Bologna, in una località di Casalecchio di Reno che si chiama San Biagio. 

VILLA SAMANTHA 


Tra Caselecchio e Sasso Marconi, in prossimità di San Biagio, troviamo questo vecchio edificio che gli abitanti della zona chiamano Villa Samantha, un luogo mal frequentato da evitare soprattutto nelle ore notturne. Questa casa, durante gli anni '40, prima che venisse abbandonata, era un chiesa in cui viveva il parroco e il personale della curia, poi per motivi che ancora oggi non sono ben chiari, venne chiusa.
Secondo le voci del paese, la probabile causa di questa misteriosa chiusura fu uno scandalo che coinvolse il prete e la ragazza che viveva con lui. Erano gli anni '50 ed ogni attività religiosa venne bruscamente interrotta, il personale e il parroco furono allontanati.
La cosa strana è che nessuno si preoccupò di tutelare le statue e tutti gli oggetti di valore, compreso un costoso pianoforte, che inevitabilmente erano rimasti incustoditi dentro l'edificio; tutto ciò ovviamente fu piano piano saccheggiato e distrutto da atti vandalici e da un incendio, forse doloso, che ha devastato la chiesa.
Più volte, dentro la struttura di Villa Samantha e nel cortile circostante, sono state ritrovate ossa umane di vario tipo, molto probabilmente profanate da qualche fanatico, appartenente a qualche setta satanica, dai cimiteri della zona.
Diverse persone, passando davanti all'edificio, hanno detto di avere sentito un atmosfera pesante e negativa. A qualcuno si è fermata improvvisamente la macchina nei pressi della villa, altri hanno scattato fotografie dalla strada ma.. è uscita solamente l'immagine del cancello.. E non di ciò che stava dall'altra parte...