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mercoledì 31 ottobre 2012

BUON HALLOWEEN


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Mentre cammina, circospetto e attento, cerca di guardarsi attorno, di assaporare ciò che lo circonda di sfuggita. Sbircia le vetrine dei negozi e nota che quasi in tutte campeggia una zucca intagliata a definire occhi, naso e bocca. Così si ricorda che fra poco sarà Halloween.

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Butta in un cestino la carta oleata che avvolgeva la pizza. Si ferma davanti alla vetrina del negozio di abbigliamento che c’e` subito accanto e scruta la propria immagine riflessa. Sopra a una mensola, fra due pile di maglioni, compare un’enorme zucca di Halloween. Per un curioso effetto ottico, quella zucca si sosti- tuisce all’immagine della sua faccia, così che ne viene fuori una figura strana: quella di un frate con la testa da mostro. Fa un passo indietro, pensando all’immagine del teschio sovrapposta al volto di Franchino sonnambulo. Sul vetro il riflesso cambia per il diverso angolo di luce e si vedono i passanti dall’altra parte della strada, gente che cammina frettolosa per i fatti propri. Formichine di citta`. Persone normali per una vita normale, pensa Francesco con una punta di rimpianto. Il mondo dei vivi.

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Il suo sguardo cade sulla data che compare in cima a uno dei monitor che ha di fronte. Oggi e` il 31 ottobre, l’antivigilia del giorno dei morti.
Si volta e osserva la parete nera della cella su cui sembra lampeggiare sotto lo sbattere accelerato delle palpebre la scritta SIGNORA DELLE VESPE.

Lei sta tornando. E lo fara` questa sera allo scadere della mezzanotte.
Il Continuum e` alle porte. E lui lo dovra` fermare.



 

Halloween

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Halloween (o Hallowe'en) è una festività che si celebra principalmente negli Stati Uniti la notte del 31 ottobre e rimanda a tradizioni antiche della cultura celtica e anglosassone. Oggi è diffusa anche in altri Paesi del mondo e le sue caratteristiche sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa chiedendo dolcetto o scherzetto (in passato tradotto in italiano anche con "Offri o soffri?). Elemento tipico della festa è la simbologia legata al mondo dell’occulto, tradotta sotto forma di immagini macabre tra cui le zucche intagliate di jack-o'-lantern.

Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota che mentre "alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona - dea dei frutti e dei semi - o nella festa dei morti chiamata Parentalia, Halloween è più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain, originariamente scritto Samuin (pronunciato sow-an o sow-in)". Il nome della festività, mantenuto storicamente dai Gaeli e dai Celti nell'arcipelago britannico, deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente "fine dell'estate".
Secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa tra i popoli dell’Inghilterra, dell’Irlanda e della Francia settentrionale, l’anno nuovo iniziava il 1° novembre. Questo giorno coincideva con la fine della stagione calda, celebrata la notte del 31 ottobre con la festa di Samhain. Per un popolo essenzialmente agricolo come i Celti, l’arrivo dell’inverno era associato all’idea della morte e si credeva che gli spiriti esercitassero il loro potere sui raccolti dell’anno nuovo. La festa di Halloween è dunque legata al mondo della natura, per quanto lo spiritismo apparisse contrario ai principi del Cristianesimo che si stava diffondendo nel nord Europa. Nell'VIII secolo, Papa Gregorio III spostò la data di Ognissanti dal 13 maggio al 1° novembre facendola seguire dalla Commemorazione dei Defunti, creando così una continuità cristiana con la festa di Samhain allo scopo di scalzarla dalla cultura popolare (la festa del 1° novembre divenne di precetto nell’840).
Secondo l'Oxford Dictionary of English folklore: "Certamente Samhain era un tempo per raduni festivi e nei testi medievali irlandesi e quelli più tardi del folclore irlandese, gallese e scozzese gli incontri soprannaturali avvengono in questo giorno, anche se non c'è evidenza che fosse connesso con la porte in epoca precristiana, o che si tenessero cerimonie religiose pagane."
I miti irlandesi che menzionano Samhain furono trascritti dai monaci cristiani tra il X e l'XI secolo, cioè circa 200 anni dopo che la Chiesa Cattolica aveva inaugurato il giorno di Ognissanti ed almeno 400 anni dopo che l'Irlanda era stata cristianizzata.

Negli ultimi anni, comunque, la festività di Halloween ha preso un carattere molto più consumistico e moderno. Festeggiamenti che durano interi weekend sono ormai tipici in tutti gli stati di influenza anglofona. Così quindi in Stati Uniti, Irlanda, Australia e Regno unito, Halloween viene festeggiato come una "festa del costume", dove party in maschera e festeggiamenti tematici superano il tipico valore tradizionale del "dolcetto o scherzetto", per dar vita ad una nuova tradizione di divertimento, tipica di una gioventù cresciuta.

La parola Halloween è attestata la prima volta nel XVI secolo, e rappresenta una variante scozzese del nome completo All-Hallows-Even, cioè la notte prima di Ognissanti (in inglese arcaico All Hallows Day, moderno All Saints). Sebbene il sintagma All Hallows si ritrovi in inglese antico (ealra hālgena mæssedæg, giorno di messa di tutti i santi), All-Hallows-Even non è attestato fino al 1556,

Lo sviluppo di artefatti e simboli associati ad Halloween si è andato formando col passare del tempo. Ad esempio l'intaglio di jack-o'-lantern (tipiche zucche nelle quali si intagliano volti spaventosi) risale alla tradizione di intagliare delle rape e farne delle lanterne per ricordare le anime bloccate nel Purgatorio. La rapa è stata usata tradizionalmente ad Halloween in Irlanda e Scozia, ma gli immigrati in Nord America usavano la zucca originaria del posto, che era disponibile in quantità molto elevate ed era molto più grande – facilitando il lavoro di intaglio. La tradizione americana di intagliare zucche risale al 1837 ed era originariamente associata con il tempo del raccolto in generale, venendo associata specificatamente ad Halloween verso la seconda metà del Novecento.
Il simbolismo di Halloween deriva da varie fonti, inclusi costumi nazionali, opere letterarie gotiche e horror (come i romanzi Frankenstein e Dracula) e film classici dell'orrore (come Frankenstein e La mummia). Tra le primissime opere su Halloween si ritrovano quelle del poeta scozzese John Mayne che nel 1780 annotò sia gli scherzi di Halloween in "What fearfu' pranks ensue!", sia quanto di soprannaturale era associato con quella notte in "Bogies" (fantasmi), influenzando la poesia Halloween dello scrittore Robert Burns. Prevalgono anche elementi della stagione autunnale, come le zucche, le bucce del grano e gli spaventapasseri. Le case spesso sono decorate con questi simboli nel periodo di Halloween.
Il simbolismo di Halloween include anche temi come la morte, il male, l'occulto o i mostri mitologici. Nero e arancione sono i colori tradizionali di questa festa.

Il credo di Halloween secondo le usanze italiane

Differentemente da come viene festeggiata sia in America, che in altri parti del mondo, Halloween in Italia racchiude una ricca storia piena di occultismo e leggende. 
In Sardegna è conosciuta come Is Animmeddas, Su mortu mortu, Su Peti Cocone, Su Prugadoriu o Is Panixeddas a seconda delle zone ed è una tradizione antichissima.
In Puglia, in specifico ad Orsara di Puglia, un piccolo paese montano della provincia di Foggia, la notte tra l'1 ed il 2 di novembre si celebra l'antichissima notte del "fucacost" (fuoco fianco a fianco): davanti ad ogni casa vengono accesi dei falò (in origine di rami secchi di ginestra) che dovrebbero servire ad illuminare la strada di casa ai nostri cari defunti (in genere alle anime del purgatorio) che in quella notte tornano a trovarci. Sulla brace di questi falò, poi, viene cucinata della carne che tutti insieme si mangia in strada e si offre ai passanti. Nella giornata dell'1, nella piazza principale, si svolge, inoltre, la tradizionale gara delle zucche decorate (definite le "cocce priatorje" - le teste del purgatorio).




 BUON HALLOWEEN A TUTTI
NEL CONTINUUM






sabato 20 ottobre 2012

ANTRO DEL NERO


LA POSTAZIONE DI ATTACCO



GLI STRUMENTI
(intervista per "al punto 67")



Terza Pagina

In questa intervista è Gianfranco Nerozzi a raccontarci cosa e quali mezzi informatici utilizza per la stesura dei suoi romanzi. Scrittore italiano di horror, thriller e di libri per ragazzi è autore di romanzi e racconti, molti dei quali apparsi su riviste e antologie specializzate e dedicate al fantastico, al giallo ed al thriller. Tra le raccolte più note e recenti che contengono suoi lavori si segnalano Anime nere, edita da Arnoldo Mondadori Editore, e Incubi, edita da Baldini & Castoldi. Caratteristiche principali del suo scrivere sono una prosa fluida, molto realistica (che in nome dell'aderenza alla verosimiglianza non lesina dettagli scabrosi e descrizioni spregiudicate ed estreme), cui si affiancano, per contrasto, similitudini poetiche e immaginifiche, con frequenti digressioni di carattere onirico. L'autore predilige ambientazioni urbane contemporanee (la maggior parte delle sue storie si svolgono nella natìa Emilia-Romagna), e affianca a trame tipiche del romanzo poliziesco e noir contenuti soprannaturali e horror, con sviluppi narrativi che raramente conducono al lieto fine. Particolarmente curata la credibilità dei suoi personaggi, con attenzione alla loro introspezione psicologica. Le componenti più spaventose e inquietanti delle sue storie sono frequentemente collegate a patologie mentali (Wikipedia).



Gianfranco Nerozzi per il suo romanzo, Continuum. Il Soffio del Male, che sistema di videoscrittura ha utilizzato?

Io uso solitamente un portatile Macbook rigorosamente nero con processore Intel Core Duo da 2 Ghz di velocità, che uso anche quando lavoro nello studio, collegato a una postazione fissa con una Apple Keyboard dotata di tastierino numerico e struttura in alluminio anodizzato ultrasottile con tasti a basso profilo, e uno schermo Apple Cinema HD display da 23 pollici. 


Uso anche due unità di memoria esterne, entrambe LCD. E un semplice impianto audio da Home Theatre marca Creative.
 
Tiene tutto sul computer o anche appunti su carta?

Tutto sul computer. Facendo copie Backup di sicurezza dei file di lavoro, che tengo nelle memorie esterne. Faccio anche appunti di carta, soprattutto nella fase iniziale di lavoro. Che spesso non riesco poi (ahimè) a tradurre (avendo una calligrafia impossibile) e che così reinvento al momento di trascriverle. Ma il caos fa parte del mio delirio creativo. Il computer mi aiuta a dare ordine a tutto ciò.
 
Nel pescare idee dalla propria immaginazione è più facilito dalla digitazione al computer o dalla penna su un quaderno?
 

Entrambe le cose alla luce della catarsi di cui sopra. La maggior parte del lavoro la porto avanti (e indietro) comunque sul Mac.
 
Durante la scrittura mantiene inserito strumenti di correzione automatica o preferisce non avere suggerimenti che possano essere fuorvianti?

Li tengo inseriti, per pigrizia. Ma non li considero troppo.
 
Quale font preferisce usare?

Times corpo 14. Anche se a volte faccio varianti, a seconda di quello che voglio descrivere nella trama. Inserisco spesso altri font. Per fare un esempio, se voglio rendere una cosa scritta a mano da qualche personaggio, uso un Humana… Oppure se inserisco una didascalia riferita a qualcosa di riportato a macchina, allora uso un buon Courier. I font li considero al servizio di quello che voglio rendere nella mia storia.
 
Le è mai successo di aver perso qualche parte del suo lavoro per colpa del sistema informatico utilizzato?

Volantino 

In passato sì. Quando ero ancora alle prime armi: mi si guastò uno dei miei primi portatili Macintosh e persi qualche file di cui non avevo fatto copie in dischetto.
 






      Pensa che essere pubblicato solo su ebook sia avvilente o il futuro?

      VolantinoAvvilente no. Però il libro è un’altra cosa. Per come la vedo io è insostituibile. Le pagine di carta debbono contenere le impronte digitali di chi le legge… È un modo per creare un’appartenenza…
       
      Scriverebbe mai un romanzo con ambientazioni e temi informatici?

      VolantinoNon lo posso certo escludere. Ormai i sistemi informatici fanno così parte della nostra vita quotidiana. In futuro penso che farò senz’altro qualcosa del genere. Ho già qualche idea che mi gira per la testa.
       
      La sua scelta: Apple o Microsoft?

      Rigorosamente Apple, come penso si sia già capito dalle mie risposte fino ad ora: fortissimamente Macintosh! Anche se poi uso microsoft word come programma di scrittura.





          PARTICOLARI



           CAFFE ALIEN CIGARETTES

           

          giovedì 18 ottobre 2012

          LIBRO GUERRIERO

          ATTIVITA': thriller writer
          SEGNI PARTICOLARI:  pelato, barba incolta, cuore nero

          LO TROVATE SU: 

           

          Le tue origini e la formazione
          Bolognese puro sangue nato a Cagliari di passaggio.
          Perito chimico per sbaglio. Ex studente di Architettura. Ex studente del DAMS.
          Pittore, scultore, musicista, batterista rock. Cintura nera di karate.

          Cosa rispondevi da piccolo quando ti chiedevano che lavoro volevi fare?
          Lo sceriffo. L’agente segreto. Il poliziotto. Il cacciatore di vampiri. Il poeta maledetto.
          E adesso, quando ti chiedono che lavoro fai?
          Lo sceriffo. L’agente segreto. Il poliziotto. Il cacciatore di vampiri. Il poeta maledetto.
          Nel tuo ultimo romanzo, “Continuum, Il soffio del male” (Tre60), cinque cadaveri vengono ritrovati con delle larve di vespa in bocca e a qualcuno viene in mente la Strage di San Valentino di trent’anni prima… ma il male, quando soffia, soffia forte?
          No, è un soffio silenzioso. Che ti avvolge piano. E cresce. Quando te ne accorgi è troppo tardi per scappare. Allora puoi fare solo due cose: combatterlo o lasciarti soffocare.
          Le indagini vengono condotte dal commissario Francesco Negronero. Ti contiene solo nel nome o c’è qualcosa d’altro di tuo in lui?
          Tutti i miei personaggi mi contengono. Fanno parte di me. E io sono parte di loro.
          Se ti chiedessi un titolo alternativo al libro?
          SOSPIRIUM – il continuo del male. A parte gli scherzi: in origine, si doveva intitolare: Anestesia dell’ombra. Giudicato troppo criptico dai miei editors, però, è stato cambiato in Continuum, con l’aggiunta di Il soffio del male, per evitare che si pensasse a un romanzo di fantascienza.
          Quanti romanzi hai scritto e pubblicato ad oggi?
          Continuum è il numero ventuno.
          Quello per cui hai sofferto di più
          Tutti e nessuno. Scrivere è una sofferenza e un piacere. Un esercizio che mi completa nella mia essenza. E la cosa fa male e bene nello stesso tempo.
          Quello che fa più paura
          Per me nessuno. Io sono ancora convinto di scrivere libri d’amore. Però c’è chi dice di essersi spaventato da morire, a volte. Secondo i giudizi dei lettori il podio va a Genia, a pari merito con Resurrectum. Ma anche l’ultimo ha riscosso buoni tremiti.
          Quello che ti ha dato più soddisfazioni in termini di vendita
          Nessuno. Sarò sempre insoddisfatto fino a quando non raggiungerò le 100.000 copie!
          La detection in Italia: cosa ne pensi? Se ne abusa o sono tutte chiacchiere?
          Se intendi quella letteraria: l’abuso sussiste solo quando è (de)scritta male. Se è plausibile e avvincente che ben venga. Assieme a tutto il resto.
          Cosa trovi meraviglioso del mondo della scrittura?
          La creazione di nuovi mondi, la condivisione delle emozioni e delle idee.
          Cosa invece detesti?
          Mi infastidiscono certe preclusioni insensate relative ai generi. E le manovre che stanno dietro a certi illustri premi letterari…
          Due difetti e due pregi
          Sono decisamente indeciso. Troppe idee e una foga eccessiva, a volte, mi fa disperdere le forze in direzioni sbagliate. E rimando sempre quello che posso fare oggi a domani l’altro: il domani non basta, proprio come il mondo.
          I pregi? Risorgere dalle ceneri e non arrendersi mai.
          L’ultima volta che hai pensato: “Mai più!”
          Non l’ho pensato mai in nessuna occasione. Perché so che non servirebbe. E poi… non si sa mai.
          L’ultima volta che ti sei arrabbiato
          L’ultima volta che ho guardato il telegiornale.
          L’ultimo sogno ad occhi aperti
          Un ricorrente sogno di vedere un mio romanzo trasformato in film.
          L’ultimo sorriso
          Dopo il sogno ad occhi aperti di cui sopra.
          Progetti?
          Il continuum di Continuum. Finire la saga di Genia. Proseguire il serial di Hydra crisis. Più un tot di progetti per il cinema e la tv… E vendere 100.000 copie del prossimo romanzo, naturalmente.
          Lucarelli ti ha definito: “il più sanguinario degli scrittori noir e il più romantico degli scrittori horror”. Salutaci da sanguinario e da romantico.
          Da sanguinario: vi porgo un ultimo sorriso da teschio con gli occhi aperti e rossi, come in un sogno.
          Da romantico: ecche il cuore sia con voi
          E adesso salutaci soffiando il male, da “Continuum.”
          Pag 308: …Il male esiste, dentro e fuori. In ogni momento della nostra vita incombe, ci mostra l’ombra nella quale scivolare. Il male soffia a un passo dalla tenerezza e subito a destra del raccapriccio.
          Buoni brividi a tutti (con tutti questi spifferi…)

           Intervista a cura di Marilu Oliva