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lunedì 16 luglio 2012

RECENSIONI (1)

di Sonia Bucciarelli



“Il dolore era un ricordo, evanescente. Come nebbia che ti sfiora. Il bacio di un fantasma.
La carezza di un sogno. Un sussurro nel buio.
Dentro e fuori…
Il dolore restava nascosto sotto la linea di demarcazione tra il cuore e la mente, come un gioco a rimpiattino…”

E’ un’immersione nell’uomo, nella sue essenza fatta di due anime dai lineamenti intrecciati, quella del bene e del male.
Continuum è una storia presa come mezzo d’indagine per un viaggio nella vita, quella intima delle sensazioni, delle paure, delle speranze vane o possibili che siano.
Continuum è una scoperta senza ipocrisie del nostro essere molteplici, con identità che a volte convivono e a volte si oppongono, generando dubbi, timori e spaesamento.
Continuum è il prequel de Il cerchio Muto, costituisce l’origine dei semi sparsi in quest’ultimo, di quegli indizi, immagini e ricordi che l’autore aveva abilmente disseminato.
I protagonisti sono uomini e donne con il loro coraggio, con le loro ombre. E proprio perché “cavalieri con la macchia” sono perfetti per la squadra speciale che il commissario Francesco Negronero è chiamato a comporre e guidare.
Una cripta sconsacrata, cinque cadaveri crocifissi a testa in giù con le pance squarciate, gli occhi cavati e con le bocche riempite di larve di vespe sono solo i primi tasselli per la ricostruzione di un atroce vicenda, che affonda le radici nella Sicilia di trent’anni prima e che porterà ancora allo sfogo del male tre anni dopo.
In questo arco di tempo, Negronero si fa cacciatore di verità, di significati e di un folle criminale.
Fino a diventare anche lui un cavaliere con la macchia, un giustiziere vittima di un disegno che ha come artefice il Male stesso, in un propagarsi senza fine di uomo in uomo.
“Continuum: il male come virus, un soffio malato che si propaga nel tempo e nello spazio.”
E il tempo è l’elemento che abbraccia tutta la narrazione, incalzando sullo sfondo sonoro di un ronzio di vespe.
“Il tempo è ingannevole come un sentimento sbagliato. Credi di averlo in pugno, credi di averne ancora tanto a disposizione. Ma all’improvviso lui finisce e non ne resta più nemmeno un goccio.”
Quel tempo che Negronero cerca di ingannare indossando due orologi, che ogni uomo tenta di dirigere.
Eppure, leggere questo thriller è un buon modo per fermarlo, per goderne, per viverlo a tinte nere e rosse, quelle dei lati oscuri e della passione.

Personalmente, sebbene sia un po’ di parte dato che questo libro appartiene ai generi che più preferisco, penso che chiunque si approcciasse alla sua lettura ne resterebbe invischiato, come un’ape con il miele..
Perché ancor prima che grazie a una storia accattivante e a personaggi avvincenti,  una lettura è piacevole per le parole usate, come sono combinate tra loro, per quello che è una scrittura pura e nello stesso tempo studiata in modo da comunicare, da suscitare un’emozione, un brivido, un piacere misto di realtà e immaginazione.
E Nero anche questa volta ci riesce e direi, in modo ancor più forte e coinvolgente.
 


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