Nel Cerchio muto (con la
scusa delle Stragi del sabato sera)
ho reinventato a mio modo il concetto di fantasma, dandogli una connotazione
pseudoscientifica originale.
In Continuum ho fatto la stessa cosa (con la scusa
di una gangster story) con il tema della demonologia.
C’è l’annosa questione etico
filosofica che divide religiosi e atei su un concetto: il diavolo, personificazione
del male quale dir si voglia, è una entità vera e propria, una presenza che
incombe e che agisce e che esiste al di fuori di noi? come ha detto Paolo VI
qualche tempo fa, invitando tutti a credere nelle presenza vera del maligno in
quanto essere vivo e presente… Oppure il male è solo una parte oscura della
coscienza nostra, il diavolo che è in noi, come in una canzone di Zucchero, già…
Ragionando su queste due etiche,
anzi su queste due correnti etiche, ho pensato a come crearne una in
alternativa.
Il male esiste al di fuori di noi,
ma scaturisce da dentro il nostro inconscio, dalla nostra ombra, dalla nostra
metà oscura, il subcosciente che si è alimentato di ossessioni e impossibilità.
Nel film Il pianeta proibito (che
cito anche nel romanzo), il mostro da affrontare è la materializzazione
dell’id, quindi incontrollabile, come sono le pulsioni a volte.
Speculando su
tale idea ho creato il fulcro che sta alla base della trama soprannaturale di
questo romanzo.
La chiave di lettura è il concetto
di tulpa.
Materializzazione di un fantasma, materializzazione di un demone… Il
diavolo che è in noi, in lui… In tutti e in nessuno. Immaginario collettivo che crea e che disfa.
Alla fine cambia poco. Occorre che
affrontiamo la nostra fragilità per salvarci e sperare in un momento migliore,
un cielo più blu del solito.
Alla faccia delle tenebra.
BUONA LETTURA, AMIGOS
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