NEGRONERO
LA SINDROME DI GARY COOPER
«Gli uomini come noi sognano le nobili sfide contro i draghi, ma se non ne trovano in giro perche ́ sono tutti troppo nascosti, vanno bene anche i mulini a vento.»Sentii le sue parole entrarmi nel cuore. Capivo cosa intendeva: era un modo diverso di descrivere la sindrome da Gary Cooper che mi affliggeva, quello dello sceriffo di Mezzogiorno di fuoco che lotta contro il tempo e affronta i cattivi da solo.
Il
protagonista di Continuum è un commissario di polizia, Francesco Negronero,
capo di una squadra speciale che combatte il crimine organizzato, campione di
arti marziali, idolo dei media, lui è una sorta di eroe allo stato brado,
forte, semplice e puro, assolutamente votato al compito di combattere il male e
tutti i suoi derivati.
Infantilmente ossessionato dal tempo che passa, porta un
orologio ad ogni polso, uno giusto e uno sbagliato, come una versione temporale
del concetto dello yin e dello yang. Amore e odio, luce e buio. Tic tac,
tic tac…
Ha
un figlio di quindici anni che adora e una bella moglie che non riesce più a
comprendere. Vive una storia clandestina di amore struggente con una giovane
collega.
E combatte una battaglia senza esclusioni di colpi contro il suo
nemico numero uno: il pericoloso
boss di una holding criminale in odore di satanismo o peggio.
Poi
succede che in seguito a una strana formazione tumorale nel cervello, Francesco
venga colpito da una sorta di analgesia idiopatica e smetta di sentire il
dolore fisico. Con pochi mesi di vita davanti a sé, tutte le sue certezze
finiscono, così come le sue incertezze. E si ritrova da solo a combattere una
battaglia persa in partenza.
Negronero
incarna le sembianze dell’eroe, ma nello stesso tempo dell’antieroe, forte e debole, passionale e fragile,
così accattivante da far male. Disperato quel che basta per essere
indimenticabile.
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