SEI PASSI NEL CONTINUUM
LA VISIONE
Poi
ad un certo punto arriva: la visione, voglio dire. Ti coglie all’improvviso,
come un pensiero. Un soffio dentro la sostanza morbida dei pensieri.
Immaginate
un lampo. Un rapido flash dove compare una scena:
un uomo rasato a zero a torso
nudo, girato di spalle, la pelle tatuata di numeri 3 incisi a sangue, dentro
una stanza buia che guarda fuori dalla finestra. Come se stesse spiando
qualcosa, qualcuno. Sul vetro sporco, è posato un insetto. Una grossa vespa di
colore scuro…
Chi
può essere quell’uomo? Cosa sta facendo? E perché?
Dalle
risposte a quelle tre domande sono nati due romanzi: Il cerchio muto prima.
E
adesso, il suo prequel: che (paradossalmente, direte voi) ho intitolato
Continuum. Qualcosa che continua da prima, arrivando comunque dopo, dà l’idea
dell’inderogabilità, e non solo del male (del suo soffio già). Ma anche
dell’inevitabilità di tutte le cose, compreso l’amore.
La Passione che ci pervade giorno per giorno
per qualcosa che non passa, la febbre che arde il nostro cuore e che ci fa
sudare la mente consumando malinconie e sorrisi. Così come la paura. Ci forma
qualcosa dentro, che si espande e cresce, fino a proiettarsi all’esterno. Un
soffio silenzioso che colpisce e si propaga. Che non resta confinato. Un
contagio dell’anima. Proprio come
può essere e provocare, a volte, un libro. Quando è folle e sincero. Come questo.
Un soffio che continua.
Benvenuti
in questa splendida festa di morte, fratellini.
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